La sua sede attuale si trova all’interno di quelli che in passato erano i magazzini dove a Venezia veniva depositato il sale, divisi in profonde e strette sale dal soffitto alto e dalle pareti in mattoni. È stata visitata negli anni da personalità importanti della storia, dal Principe Umberto di Savoia a Gabriele D’Annunzio. Il suo motto è “senza ali non può” coniato proprio dal poeta e scrittore di origine abruzzese e al suo interno è possibile trovare innumerevoli imbarcazioni storiche veneziane, dalle gondole alle caorline, dai sandoli alle mascarete fino a passare alle batee, le barche da canottaggio e tanti oggetti preziosi del passato.
È la Reale Società Canottieri Bucintoro, la più antica associazione remiera di Venezia, città dai 1600 anni di storia, che nasce nel XIX secolo per volontà del Conte Piero Venier, un nobile veneziano che, dopo un soggiorno in Inghilterra, rimase affascinato dallo sport del canottaggio e scelse di portarlo a Venezia. La Bucintoro, infatti, inizialmente era una società riservata esclusivamente a questa disciplina, solo dopo si è aperta anche alla voga alla veneta. Fu così che il Conte Venier raggruppò il primo nucleo di giovani appassionati della tradizione del remo stilando, il 1° ottobre del 1882, lo statuto di quella che sarebbe diventata la società Bucintoro volta a “promuovere e facilitare l’esercizio del remo”.
La Bucintoro fonda la sua prima sede sociale nel 1883 a Palazzo Grimani. Con la diffusione dello sport del canottaggio e il passaparola in città, i soci della Bucintoro diventarono sempre più. È il 1887 quando la sede viene spostata a San Moisè dove restò per soli due anni prima di approdare a Santa Maria del Giglio nel 1889. Questa nuova sistemazione della Bucintoro non convinse molto i soci che decisero di spostarsi, nel 1894, alla Maddalena, vicino all’antica osteria “al Ballon”. È il 1896 quando viene concessa alla Bucintoro la Palazzina del Selva ai Giardinetti Reali dove restò fino al 1960. Proprio questo luogo, nel corso degli anni 60, fu sede di alcune importanti mostre artistiche come quella di De Chirico per la Biennale d’arte o la prima mostra nautica veneziana. Luogo dedicato allo sport ma anche alla cultura, la società proprio nel vivo della sua ascesa venne sfrattata dalla sede dei Giardinetti per finire in un appartamento a Santa Maria del Giglio, al numero 2473, per poi giungere nella sede odierna in Fondamenta delle Zattere in cui si trova ormai da oltre vent’anni.
Oggi la società conserva non solo barche ma anche cimeli importanti di vittorie storiche di equipaggi veneziani tra cui coppe, medaglie, gonfaloni e foto d’epoca. Questo pezzo di storia del canottaggio e di Venezia è raccolto all’interno del museo storico della società considerato uno dei fiori all’occhiello della Bucintoro istituito il 12 giugno del 2009, grazie a un lavoro di studio e catalogazione dei numerosi cimeli sopravvissuti negli anni alla Seconda Guerra Mondiale, ai numerosi cambiamenti di sede e all’alluvione del 1966.
Tra le opere esposte è possibile trovare diversi piccoli tesori, dalla coppa della Duchessa di Genova, primo trofeo vinto dalla Bucintoro nel 1884 alle Regate Internazionali di Torino, ai premi delle olimpiadi di Atene del 1906 ottenute dall’equipaggio di Giuseppe Poli, Enrico Bruna, Emilio Fontanella, Riccardo Zardinoni e Giorgio Cesana che ha battuto, sulla jole a quattro, con 15 secondi di distacco, le squadre della Francia, Svizzera, Grecia, Danimarca e Stati Uniti.
Un altro oggetto degno di nota è la Coppa del Re del Belgio, delle olimpiadi di Anversa del 1920, il regalo di Vittorio Emanuele III d’Italia donato alla società per i primi 25 anni dalla fondazione. Fu proprio lui, inoltre, a conferire alla società l’appellativo di “reale”, diventandone anche presidente onorario. Nel museo della Bucintoro si può ammirare anche l’asta ufficiale del gonfalone sociale, abitualmente issata sulla dodesona, barca di rappresentanza della Bucintoro, durante le manifestazioni importanti che riporta una citazione di Gabriele D’Annunzio. E poi ancora targhe, bandiere, foto storiche e altri trofei.
La storia della Bucintoro parla di sport, tradizioni, conquiste ma anche di donne. Questa società, infatti, vanta un’importante tradizione femminile di campionesse e appassionate di imbarcazioni a remi. Anche se il ruolo delle donne all’interno della società Bucintoro è cambiato molto negli anni resta sempre una sua parte fondamentale. Inizialmente non era concesso alle donne di gareggiare e far parte degli equipaggi. Le ragazze, infatti, potevano assumere solo ruoli marginali come occuparsi dell’organizzazione e della gestione di attività di beneficienza o di eventi artistici. Fu solo nel 1939 che si inaugurò la prima sezione femminile della società Bucintoro realizzando imbarcazioni ritenute più adatte alle donne come, ad esempio, le barche da canottaggio a sedile fisso. Con il passare del tempo le donne assunsero una posizione sempre più dominante a livello sportivo entrando a far parte di team di diverse discipline, dalla canoa al canottaggio fino a passare alla voga alla veneta ottenendo anche diversi risultati come la vittoria nell’81 nel campionato italiano di canoa.
Oggi sono proprio le donne le principali protagoniste della Bucintoro che è diventata negli anni una società sempre più al femminile contando, nel 2022, molte più socie donne rispetto agli uomini che portano avanti, con passione, una tradizione del remo che farà sempre parte della storia di Venezia e della sua cultura a metà tra terra e mare.